Resistenza delle sigarette elettroniche: atomizzatore e cleromizzatore

Quando si parla della resistenza delle sigarette elettroniche, c’è sempre molta confusione sulla differenza tra atomizzatore e cleromizzatore, soprattutto per quello che riguarda la cura e la manutenzione dell’elemento principale del proprio dispositivo.

Tra terminologie poco chiare e tecnologie diverse tra cui scegliere, è facile perdere il lume della ragione, ma basta non scoraggiarsi e seguire alcuni pratici consigli per individuare facilmente quale sia la tipologia di sigaretta elettronica che meglio si adatta alle proprie esigenze.

Cartomizzatore, atomizzatore e cleromizzatore

atomizzatore e cleromizzatore

Una delle più grandi distinzioni che uno svapatore deve cominciare a fare quando inizia a svapare è la scelta tra cartomizzatore, atomizzatore e cleromizzatore.

A seconda dei dispositivi infatti, anche la resistenza delle sigarette elettroniche e la sua manutenzione varia in base ad alcune caratteristiche.

Se il cartomizzatore è forse il modello meno ricercato anche se di più facile utilizzo, dato che consiste in buona sostanza in una cartuccia che incorpora sia il serbatoio contenente l’e-liquid che la resistenza, discorso diverso va fatto per atomizzatore e cleromizzatore, perché la loro struttura permette di intervenire direttamente sulle resistenze per modificare la svapata.

Atomizzatore e cleromizzatore, le differenze principali

Qualsiasi sigaretta elettronica fonda il suo funzionamento su un atomizzatore, l’elemento senza cui la trasformazione del liquido in vapore non sarebbe possibile.

L’atomizzatore è dunque il dispositivo in cui sono custodite le resistenze delle sigarette elettroniche, che riceve da un lato la carica dalla batteria, cui è collegato solitamente tramite attacco filettato, e dall’altra l’e-juice contenuto nel serbatoio, o tank, cui è accoppiato tramite un forellino pervio in corrispondenza della o delle resistenze.

Ne esistono svariati tipi, come RBA, RTA, RDA, RDTA, Genesis, GTA, rigenerabili e non, anche se i più diffusi sono appunto quelli che possono essere riutilizzati, cambiando le resistenze delle sigarette elettroniche.

Il cleromizzatore è una particolare tipologia di atomizzatore, in cui la tank di materiale trasparente avvolge il dispositivo di vaporizzazione, permettendo di avere sempre sotto controllo il livello del liquido, ma anche l’esperienza di svapata.

Leggi anche: Cleromizzatore, che cos’è e come si usa

Resistenza delle sigarette elettroniche, quanto dura?

A prescindere che si usi atomizzatori o cleromizzatori, le resistenze delle sigarette elettroniche hanno una durata variabile, che dipende dalla modalità d’uso, dalla frequenza delle svapate, ma anche dalla manutenzione che si dedica loro e dalla qualità dei materiali utilizzati per realizzarle.

Quando va sostituita la resistenza delle sigarette elettroniche?

Resistenze delle sigarette elettroniche - cambio colore

I segnali indicatori dell’esaurimento della resistenza sono inequivocabili: la prima avvisaglia di deterioramento del filo resistivo si percepisce in bocca, quando il gusto del vapore si altera e assume connotazioni che ricordano sapore di bruciato.

Una volta appurato che non si tratti di un problema di pescaggio del liquido, basterà osservare la resistenza per stabilire se sia arrivato o meno il momento di sostituirla.

Se all’aspetto appare nerastra, o impastata dai residui di liquido e stoppino, o quando dalla testina fuoriesce del fluido scuro, è necessario procedere alla sostituzione.

Anche quando il liquido contenuto nella tank cambia colore, senza essere stato esposto a fonti di luce e di calore, bisogna sospettare un deterioramento della resistenza.

Resistenza delle sigarette elettroniche: atomizzatore e cleromizzatore, quando cambiarli?

Tra le voci di spesa dello svapatore vanno sempre considerati i ricambi della sigaretta elettronica.

Nel caso di atomizzatore e cleromizzatore, quello a cui bisogna prestare attenzione sono le coil.

Per quanto riguarda le resistenze delle sigarette elettroniche, infatti, si deve preventivare di cambiare integralmente le bobine almeno una volta ogni due settimane, tempo che si riduce in caso di frequenza massiccia di svapo o che si dilata se si procede alla manutenzione costante e assidua delle coil.

Ad esempio, per prolungarne la vita si dovrebbe evitare di tenere premuto il pulsante di accensione a lungo durante la svapata, riducendo la finestra di vaporizzazione, oppure aspettare tra un tiro e l’altro per permettere alle coil di raffreddarsi, o, ancora, procedere alla pulizia delle resistenze dopo ogni svapata.

Così facendo si può arrivare a svapare una media di 180 ricariche di liquido, per un totale di 15-20 giorni di utilizzo.

Come sempre, è sempre bene affidarsi a materiali di qualità anche qualora si decidesse di realizzare le proprie resistenze home made, scegliendo ad esempio i fili in zirconio.

Leggi anche: Dry burn, la procedura che allunga la vita delle resistenze

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